Maria Sole

3a media

Mercoledì 25 Aprile la nostra classe ha avuto il privilegio di intervistare (da remoto) Yermolai Solzhenitsyn, figlio del Premio Nobel Alexander Solzhenitsyn, che ha risposto alle nostre domande e ci ha dato dei suggerimenti su come affrontare l’isolamento a causa della pandemia da COVID-19. Solzhenitsyn vive a Mosca e l’intervista è stata realizzata durante la nostra lezione di inglese.

Stiamo studiando la Rivoluzione Russa e la storia dell’Unione Sovietica. Per Inglese, abbiamo letto alcuni estratti di Arcipelago Gulag di Alexander Solzhenitsyn, colui che ha portato alla luce gli orrori dei campi di concentramento Sovietici. Incontrare suo figlio duranto la nostra lezione da remoto è stata quindi per noi un’opportunità eccezionale.

Abbiamo chiesto a Yermolai del viaggio in treno in cui nel 1994 attraversò la Russia insieme al padre. Dopo 20 anni di esilio, suo padre decise di approdare a Vladivostok prendendo il treno per Mosca così da poter vedere più territorio possibile e rendersi quindi conto di quale fosse la situazione. Y. Solzhenitsyn ci ha riferito che aveva venti anni quando lui e suo padre tornarono in Russia. “Non avevo mai passato così tanto tempo con mio padre, il viaggio durò circa due mesi e ci fermammo in 17 città”. Durante queste fermate, mio padre teneva dei discorsi nelle scuole, nelle biblioteche, nei teatri. Autografava libri e parlava con le persone rispondendo alle loro domande.

Ciò di cui suo padre parlava principalmente era di come il Governo non doveva dimenticare di tutti quei Russi che all’improvviso, con il collasso dell’Unione Sovietica, si ritrovavano a vivere fuori dai confini della Russia; di come le persone non avrebbero dovuto aspettare che le decisioni fossero prese dal Governo, ma che dovessero invece trovare localmente delle soluzioni; che l’economia non doveva essere la sola priorità e che l’istruzione, la cultura e la scienza non dovevano essere trascurate. Durante quel viaggio, incontrarono centinaia di persone entusiaste e grate ma ce n’erano anche alcune non contente del ritorno dello scrittore: “Ci sono state persone che chiesero a mio padre perché fosse ritornato in Russia, gli dissero di tornare in USA e lo accusarono per il collasso dell’Unione Sovietica.” Poi, ci ha spiegato come suo padre rispondeva a queste critiche: “Mio padre rispondeva: ‘vedete, io ho vissuto in quel sistema, è quello che ha fondato la nostra povertà, la mancanza di organizzazione, la carenza di infrastrutture e non esistono giustificazioni per aver costretto milioni di nostri connazionali alla repressione’ ”.

Ci sono state persone che chiesero a mio padre perché fosse ritornato in Russia, gli dissero di tornare in USA e lo accusarono per il collasso dell’Unione Sovietica.

Alexander Solzhenitsyn ebbe vari incontri con Putin durante i quali gli diede dei suggerimenti, alcuni dei quali sono stati ascoltati e altri no. “Disse a Putin di essere forte e presumo che l’altro abbia seguito quel consiglio”. Inoltre, Putin ha introdotto Arcipelago Gulag, nelle letture del sistema scolastico Russo.

Poi gli abbiamo chiesto come è cambiata la Russia da quando il sistema dell’Unione Sovietica è crollato e lui ricorda la rovina che c’è stata dopo la caduta. Un tale rapido collasso di politica, economia, e sistema dei valori è stato uno shock tremendo per la società. Spiegava: “Tutti i capisaldi della vita furono spazzati via in una notte”. Per adulti e anziani, questo spesso ha significato tabula rasa di tutto quello che avevano costruito fino ad allora nelle loro vite. Per molti giovani quei giorni furono invece entusiasmanti – nuovi orizzonti, libertà, nuove opportunità.

Nell’insieme, il 1990 ha causato pesanti conseguenze sulla salute della società – il tasso di divorzi, aborti, suicidi, alcolismo, violenza e uso di droghe aumentarono. L’incremento delle nascite crollò mentre aumentò quello delle morti. Fu soltanto vent’anni dopo, nel 2010, che l’andamento di queste statistiche cominciò ad invertirsi.

Per adulti e anziani, questo spesso ha significato tabula rasa di tutto quello che avevano costruito fino ad allora nelle loro vite. Per molti giovani quei giorni furono invece entusiasmanti – nuovi orizzonti, libertà, nuove opportunità. 

Alcune delle passioni che aveva in comune con suo padre sono: la storia della Russia, la fotografia e l’amore per la natura. Quello che ricorda di suo padre è il coraggio, l’onestà, l’indipendenza, l’avversione per le perdite di tempo e la sua incessante attenzione per il suo lavoro.

Yermolai ha concluso l’intervista dandoci un consiglio riguardo al nostro isolamento da Coronavirus:

“Pensate a cosa potete scoprire di nuovo in questo periodo. Qual è quella nuova cosa che potete fare ora e che non potreste invece fare durante il vostro normale anno scolastico”.